
Raccontato dall'autore
La freschezza cromatica di questo lavoro, contrasta con la crudeltà con la quale ho voluto trattare questo tema, l'ipocrisia. L'ipocrisia che si annida ovunque, nella società, dentro le case, dentro le chiese, sotto le lenzuola comiugali, nelle scuole, nella politica, nei testi spacciati per sacri, nei testi spacciati per didattici, nell'informazione che strumentalizza ogni cosa secondo mirati interessi e convenienze, nei comportamenti quotidiani, chi più chi meno, di ciasscuno di noi, nessuno escluso. Oggi più che mai, essere ipocriti va di moda, e sembra che la cosa paghi e appaghi pure, compreso il bonus delle malsane soddisfazioni. Oggi tutto si basa sull'ipocrisia, sulla menzogna, e più si promuove e si alimenta l'ignoranza tra le persone, più l'ipocrisia attecchisce e prolifera. Dire tutto e il contrario di tutto, secondo la convenienza, sembra essere diventata la sola e vera morale da diffondere per avere successo, per prevalere ed emergere sugli altri, per impossessarsi delle debolezze altrui. Anche in questo lavoro, la scrittura si sostituisce simbolicamente al filo spinato, spinato di crudeltà umana o spacciata per divina, spinato dalle contraddizioni ed elettrificato da un voltaggio fulminante. Per dare concreta visibilità alle forme di ipocrisia più diffuse, ho voluto "sacrificarmi", prendendomi qui la responsabilità di renderle evidenti sotto forma di scrittura per mezzo del mio braccio e della mia mano. Braccio alimentato da una millenaria discrasia biotica divenuta col tempo una vera patologia psicotica, da considerarsi a tutti gli effetti un epidemico male socio-culturale. Il lucchetto, ci inchioda inesorabilmente tutti, a non chiamarci fuori da questo comportamento meschino, mentre l'ipocrisia vorrebbe continuare spudoratamente a fare le sue distinzioni. La frase a latere, molto ben colorita per l'occasione, gioca anch'essa la sua ambivalente parte, entrando nel dramma da coprotagonista. Una, pertinente al copione e provocatoriamente imprecativa, e l'altra puramente estetica. Come si conviene ad una comparsa teatrale, avente funzione solo ornamentale, scenografica. Lo stesso vale per questo sole rosso, che da un lato illumina e alimenta la vita, e dall'altro ci incatena e acceca, impedendoci di vedere e conoscere la verità. L'ipocrisia si annida soprattutto dietro le cose maliziosamente modificate e spacciate per vere. Nel mentre iniziavo questo lavoro è morto Fidel Castro, e lo slogan "Hasta Siempre" risuonava sulla bocca di tutti i cubani e di chi, come me, rinverdiva le memorie delle contestazioni giovanili degli anni '70. Storia a parte, sfruttare questa frase per farla entrare da protagonista, in silenzio e senza più urlare, in questa rappresentazione, mi è parso a dir poco doveroso. La composizione ne ha notevolmente guadagnato.